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giovedì 6 maggio 2010

La fiaba e il racconto


La fiaba nel campo dell'educazione del bambino in ospedale può considerarsi uno strumento a tutti gli effetti. Può essere utilizzata in diversi modi,il primo,forse il più scontato ma non di banale uilizzo è nello stato di immobilità forzata,di semi-coscienza,o di cecità,la lettura. Non si intende una lettura fine a sè stessa,una lettura animata con la voce,con oggetti,e nel caso di possibilità anche da imagini o proiezioni,una lettura contestuale e contestualizzata da parte dell'educatore,che ha il compito di fungere da veicolo verso un immaginario di un mondo fantastico,che il bambino può utilizzare provvisoriamente da mondo interiore entro il quale rifugiarsi,entro il quale reinventarsi ciò che non può essere a causa delle diverse condizioni fisiche e stressogene.
Un'altro utilizzo è rappresentato dalla rappresentazione (qualora sia possibile),con il mezzo del disegno,del colore,della rappresentazione teatrale conetstualizzata,della musica,degli oggetti a disposizione...con lo scopo di reinventare per quanto possibile materialmente il "mondo ideale-fantastico",che diventa di fatto una rielaborazione pratica della fantasia che corre anche se le gambe non sono in grado di farlo.
L'educatore in queste pratiche semplici ma molto delicate e sottili deve possedere l'abilità di essere attore,regista,voce,occhi e spirito di questo mondo che si intende creare,deve possedere la dote di inventare e reinventare a seconda delle esigenze partendo dalla realtà,passando per la fiaba,il sogno,la fantasia,per poi tornare alla realtà d'origine con il senso di leggerezza di un viaggio,un viaggio che solo i bambini con la loro caratteristica innata (ingenuità e spensieratezza) riescono ad apprezzare e a fare loro al 100%.

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