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giovedì 8 gennaio 2009

Sensibilità:un'arma a doppio taglio?

Secondo voi....essere sensibili nel nostro lavoro è un limite o una risorsa? è una ulteriore barriera o un elemento che favorisce la buona riuscita di una relazione che si possa chiamare educativa???
A mio parere può essere una sottile arma a doppio taglio,che può creare un ponte ma nello stesso tempo essere un vincolo,credo che un buon educatore deve sapere quando è il caso di applicare il cuore ma deve sempre comunque essere guidato da una pianificata linea guida derivante dalla ragione,solo così si può distinguere un'intervento che si può dire "professionale "su ogni fronte.
Mi sono sentita di accendere questo dibattito perchè essendo a stretto contatto con i bambini malati è facile perdere la strada che fa rimanere con i piedi saldi a terra,come è facile farsi ingannare dalla troppa emotività derivata dalla sensibilità che è una dote necessaria per qualsiasi operatore sociale....ma più che sensibilità direi senso di UMANITA'quello che ci fa superare l'egoismo e ci fà capire di essere davvero adatti ad un lavoro che si occpa non solodella collettività,ma pure della salute e del benessere sociale...ben lontano dall'egoismo individuale.
Essere sensibili a mio avviso è tuttavia indispensabile nel nostro lavoro,e si tratta di sensibilità anche nel omento in cui si avverte di dover necessariamente prendere le distanze da un caso per concentrarsi sugli scopi e gli obiettivi di un progetto...ma è così difficile lavorare con le persone e ricordarsi di applicare ogni cosa che in 3 anni a livello prettamente teorico ho imparato....entrano in gioco tante dinamiche che fanno nettamente passare la teoria in secondo piano.

2 commenti:

linda ha detto...

essere sensibili credo debba essere una dote dell'educatore!purtroppo però a volte questo non ci aiuta...io ho avuto l'opportunità di fare uno stage presso un ceod per disabili e, a causa della mia sensibilità,ho capito che non avrei mai potuto lavorare in strutture di quel tipo nonostante sia stata un'esperienza che mi ha dato tanto!a volte, forse, farsi guidare dal cuore non basta...

Unknown ha detto...

il cuore a mio parere dev'essere senza dubbio un elemento o per meglio dire una caratteristica costitutiva fondamentale del carattere di un educatore....poi come dice Linda questo può anche essere un limite perchè nel momento in cui la ragione o la professionalità non riesce a "filtrare"un'emozione per poi trasformarla in azione e in agire educativo,si scopre forse che non è adeguato il campo in cui si ha scelto di lavorare. Occorre formazione e professionalità...certo che il cuore non basta...